Si parla spesso di narcisismo, affrontando questo tema a volte in modo secondo me non non corretto, per cui penso valga la pensa spendere qualche parola per chiarire alcuni concetti.
É un tema che i social hanno contribuito a diffondere, inoltre è un tema che riguarda le relazioni amorose per cui incuriosisce. Gli argomenti di psicologia stanno riscuotendo molto interesse ed anche le tematiche di psicopatologia vengono affrontate con meno prevenzione. Viviamo inoltre nella società dell’esibire, perciò viene spontaneo porsi qualche domande su quanto certi atteggiamenti siano sani.
Parlerei di spettro narcisistico, in cui esistono diversi livelli di narcisismo. Immaginiamo una ipotetica linea in cui si parta dal narcisismo sano per arrivare all’estremo opposto in cui troviamo il narcisismo patologico o maligno (i disturbi di personalità narcisistica).
Narcisismo sano: tutti (uomini e donne perché i narcisisti non sono solo uomini) possiamo essere narcisi sani. Una persona è definita narcisista se possiede caratteristiche come vanità, sicurezza di sé, amore per i complimenti, carisma, buona autostima interna che non dipende dall’approvazione degli altri. In questo caso parliamo di un narcisismo sano, in cui gli aspetti appena descritti fanno parte della personalità del soggetto.
Parliamo di disturbo di personalità narcisista (che deve essere diagnosticato da chi sia in grado di farlo, cioè un professionista) se ci riferiamo ad una diagnosi ben definita con caratteristiche precise.
Avere a che fare con persone egoiste, traditrici, centrate su di sé, un po’ ”stronze”, non significa poter attribuire una diagnosi come quella di disturbo di personalità narcisistica.
Il DSM (manuale diagnostico dei disturbi mentali) parla di:
– grandioso senso di importanza e potenza personale
– fantasie di successo, potenza, bellezza, genialità in modo disfunzionale
– scarsa o nulla considerazione dell’altro
– credenza di essere speciali, unici, diversi, migliori, facenti parte di una élite e con poca possibilità di essere compresi da “persone comuni”
– bisogno di essere ammirati
– pensieri che l’altro ci debba riservare trattamenti di favore, incapacità di esprimere gratitudine
– mancanza di empatia
– sfruttamento interpersonale della relazione per interessi propri, uso della manipolazione per raggiungere obiettivi personali.
Il narcisista patologico è molto carismatico, seducente, brillante; tutto ciò porta a cadere con facilità nella sua trappola. Spesso il narcisista ricopre posizioni sociali importanti e si pone mostrando caratteristiche che lo fanno sembrare migliore di quello che sia nella realtà. Dietro a questo apparire vincente si possono nascondere problemi e malesseri.
Il narcisista è spesso invidioso degli altri ed appare nelle relazioni altezzoso ed arrogante, la mancanza di empatia lo porta a non comprendere i bisogni altrui.
Anche se sembra avere molti pregi, il narcisista è invidioso perché non tollera che gli altri abbiano successo e siano felici, prova vergogna per quello che sente (senza manifestarla) e non accetta che qualcuno possa avere pensieri non positivi per lui.
Se si tratta di disturbo di personalità no, anche se alcuni atteggiamenti messi in atto per raggiungere i propri scopi possono essere consci. Il narcisista può arrivare a chiedere aiuto ad un terapeuta perché afflitto da ansia e depressione, cui non riesce a dare spiegazione, senza consapevolezza di narcisismo. Nella vita del narcisista possono scaturire momenti di vuoto, angoscia ed irrequietezza che possono turbare la serenità e che egli non riesce a comprendere nonostante una vita apparentemente appagante.
Il narcisista oscilla tra idealizzazione di sé e svalutazione, il mondo è buono o cattivo non esistono vie di mezzo. L’altro o è debole e va sottomesso o è cattivo da dominare o evitare.
Il narcisista deve mantenere un senso grandioso di sé, tutto ruota intorno all’autostima che non dipende da sé, ma dall’opinione degli altri; cadesse l’opinione maestosa di sé dovrebbe confrontarsi con il vuoto. Non tollera il fallimento che può affrontare con crisi di rabbia o ansia. E’ ipersensibile, si vergogna di essere messo in discussione e fondamentalmente si sente inferiore, ma lo nasconde con atteggiamenti grandiosi.
I problemi nascono da bambini nelle relazioni di attaccamento impoverite, aggressività da parte dei genitori, genitori sadici, punitivi, con richieste eccessive che fanno sentire inadeguati. Il bambino in questi casi mette in atto comportamenti che gli consentano di tenere alto il livello di autostima per compensare quanto è mancato nella relazione con il soggetto accudente.
Il primo passo è proprio rendersene conto, perché in una relazione con un narcisista si possono creare dipendenze e difficoltà a vedere l’altro come come realmente sia.
Facciamo attenzione ad alcuni campanelli di allarme che dovrebbero allertarci in un rapporto con qualcuno che potrebbe essere un narcisista: notiamo molte delle caratteristiche sopra esposte; è difficile mettere in discussione ciò che pensa e pare avere sempre le migliori idee e soluzioni per tutto svalutando noi e gli altri; dice che non capiamo; manca di empatia anche a livello intimo (tutto diventa una performance); ogni volta che esprimiamo un parere differente riesce a rivoltare la questione per cercare di spuntarla ed avere la meglio.
E’ importante ascoltare le proprie reazioni emotive al di là dell’amore e della idealizzazione dell’altro, se viene meno la nostra sicurezza, se come stiamo noi passa in secondo piano rispetto a cosa pensa l’altro, ci sentiamo svuotati emotivamente (il narcisista patologico ci ruba energia) allora poniamoci qualche domanda.
Senza generalizzare a volte siamo portati ad incastrarci con soggetti che collimano con dinamiche nostre.
Ci sono lati della nostra personalità che ci conducono verso soggetti con determinate caratteristiche.
A volte in seguito a queste relazioni possiamo scoprire aspetti nostri su cui è possibile andare a lavorare; renderci conto di queste dinamiche può aiutarci a sviluppare relazioni più sane.
Narcisismo overt è quello più evidente, delle persone autosufficienti, dominanti, prestanti, arroganti.
Narcisismo covert è l’opposto si manifesta con inibizione, vulnerabilità, timidezza, ipersensibilità e fragilità. Il senso grandioso di sé è presente ma è interiorizzato, a differenza del narcisista overt che lo esibisce.
Il narcisismo covert presenta le stesse caratteristiche: sfruttamento dell’altro per propri bisogni, manipolazione, assenza empatia, assertività, fantasie grandiose, ma in questo caso è più difficile da individuare. Il covert percepisce più distanza nelle relazioni con gli altri ed è più chiuso, introverso e vulnerabile, ma comunque distruttivo.
Esteriormente è empatico e generoso (perché ci tiene ad apparire così), ma dentro cova sentimenti rancorosi e manipolatori che non manifesta. Si fa più fatica a capire che sia un narcisista, spesso ci si accorge in coppia perché le dinamiche sono le stesse del tipo overt.
Il rapporto con un narcisista attraversa della fasi che possono così sintetizzarsi:
– fase di seduzione iniziale in cui narcisista è molto abile; egli deve conquistare l’altro e farlo innamorare.
Abbiamo a che fare con qualcuno che non ha avuto un accudimento sano e che sta cercando un partner che si occupi di lui. Cerca qualcuno che nutra il suo ego e magari entra in relazione con un partner che per sua storia personale è portato a sviluppare un rapporto di dipendenza in cui c’è la necessità di nutrire una personalità così carismatica. Spesso il compagno di un narcisista ha poca autostima e scarso senso di efficacia, caratteristiche per permettono un incastro con le dinamiche narcisiste. Il narcisista è portato a conquistare una persona predisposta all’accudimento, può anche raccontare della sua infanzia problematica con scopo manipolatorio facendo scattare bisogno di protezione. L’altro assume il compito di soddisfare i suoi bisogni e pensa di cambiarlo dando amore e accudimento;
– fase di svalutazione: quando il narcisista si sente forte per aver conquistato la preda, la isola perché ha bisogno di essere accudito, inizia a criticare, far sentire il partner inadeguato e insicuro; se la persona si confiderà con qualcuno avrà difficoltà ad essere creduta perché il narcisista si è costruito un pubblico che lo confermi;
– fase di distruzione dell’altro: il narcisista oscilla tra tutto buono/cattivo aggressività/dolcezza idealizzazione/svalutazione ed alterna momenti di tranquillità ad altri di attacco. Tutto ciò crea confusione nel partner che fatica a prendere le distanze ed è immerso in un rapporto di dipendenza in cui sente di aver bisogno del partner narcisista.
Atteggiamenti come quelli sopra descritti prolungati nel tempo portano sono da considerarsi violenza psicologica e portano estrema sofferenza. La sensazione che il narcisista lascia alla persona che si rapporta con lui è che tutto quanto venga immesso nel rapporto non sia trattenuto, ma nel contempo lasci in chi immette una sensazione di prosciugamento e privazione di energie, senza aver prodotto effetti.
Quando si pensa di non riuscire più a sopportare la posizione che si è assunta nella relazione, le cose che il partner dice, la posizione di inferiorità che siamo arrivati a ricoprire nel rapporto, bisogna parlare con chi sta intorno e raccontare quello che succede o affidarsi ad un professionista.
La cosa migliore è uscire dalla relazione il prima possibile per consentirci di vedere le cose senza condizionamenti del partner, con distacco e maggior obiettività.
Il no contact è una dinamica con la quale la vittima interrompe il contatto con il narcisista e si sottrae alla relazione.
Il ghosting è una strategia che il narcisista patologico usa e consiste nella sparizione totale, una fuga senza spiegazioni né motivazioni apparenti e che lascia la vittima in uno stato di confusione, smarrimento, frustrazione e senso di impotenza.
Il gaslighting è una tecnica di manipolazione psicologica che il narcisista può mettere in atto e consiste nel fare in modo che la vittima dubiti di se stessa, della sua memoria e dei suoi giudizi di realtà. Lo scopo è insinuare dubbi nell’altro, acquisire potere nella relazione.
Dopo la fine di una relazione con un narcisista, lo stesso può tornare e proporre di riprovare.
La tentazione di pensare che cambi e torni quello dei primi tempi può indurre a ritentare, anche per sentimento di rivalsa. Bisogna pensare che abbiamo a che fare con qualcuno che ci ha già fatto male e ne siamo consapevoli. Può essere utile farsi aiutare da un professionista per capire cosa io sto cercando in quella relazione e perché voglio tornare.
Non so fino a che punto si possa parlare di guarigione, può apprendere una modalità di vivere più rispettosa degli altri, può lavorare sulla sua empatia e sulle sue dinamiche interne per cercare di liberarsi dai momenti di vuoto, depressione, ansia e panico, o imparare a conviverci. Il narcisista è sicuramente qualcuno che soffre molto. Complesso parlare di guarigione ma si possono integrare aspetti di sé vivendo in modo più equilibrato.
Non è semplice. Il narcisista non si accorge della nostra empatia; se critichiamo non capisce le critiche e le può vivere come un attacco. Meglio allontanarsi dalla relazione, possiamo dire delle cose mettendo in discussione il suo modo di fare facendo molta attenzione a come lo diciamo, perché il senso di fallimento e crollo di autostima di fronte alle critiche è dietro l’angolo per il narcisista.
A volte con l’intento di aiutare ci si può trovare invischiati in quella dinamica; il cambiamento dell’altro e la presunzione di poterlo guarire possono essere difficili da mettere in pratica.
Il percorso di guarigione non passa attraverso l’aiuto di partner, amici o parenti, ma attraverso professionisti che possiedano degli strumenti e comprendano le loro dinamiche.
Hai in qualche modo avuto a che fare con un narcisista? Puoi commentare l’articolo parlando della tua esperienza o contattarmi se vuoi parlarne con me.
Grazie.
Cristina
3 Comments
Wherever
Interessante come sempre. Mi interesserebbe approfondisse la questione su come evitare che i bambini sviluppino questo disturbo. Grazie dottoressa!
Approfondirò il tema, pero ora può leggere l’articolo sull’attaccamento, molto dipende da quello. Grazie!