E’ una cosa che noto sempre più, alcune persone sono molto controllanti e manipolatorie.
Perché, da cosa arriva questa cosa? Come liberarcene se subiamo il controllo degli altri o lo esercitiamo?
Con il termine controllo intendo tutti quei comportamenti finalizzati a far sì che la realtà che ci circonda sia come noi pensiamo o prevediamo debba essere, intervenendo in questo modo su tutto ciò (persone e situazioni) che creerebbe un risultato diverso da quanto ipotizzato.
Si tratta di un disturbo d’ansia.
Spesso lo si eredita dalle figure di riferimento, chi ha genitori controllanti avrà più possibilità di esserlo.
Potremmo essere cresciuti con la convinzione che per “meritare” l’amore dei genitori dobbiamo mettere in atto determinati comportamenti, essere buoni, bravi, ubbidienti, non dare fastidio.
Ecco che allora ci verrà spontaneo trattenere tutto il nostro lato d’ombra, per non sentirci poco amabili.
Ci ritroveremo quindi a controllare il primo luogo noi stessi ed anche l’ambiente esterno e le persone che interagiscono con noi, per sentirci rassicurati.
Si tratta però di una falsa rassicurazione, perché il mondo esterno non può e non deve necessariamente essere così come noi vogliamo.
Cosa può succedere intorno a noi?
Le persone che hanno a che fare con noi per lavoro o in famiglia, potrebbero desiderare di allontanarci o prendere le distanze, perché potrebbero sentirsi privati della loro libertà di azione, giudicati come “buoni o cattivi” a seconda che facciano quanto da noi ritenuto opportuno, manipolati.
L’intento di chi tende a controllare è spesso positivo, si ritiene che quanto consigliato sia la cosa migliore da fare, ma spesso manca un tener conto dell’altro che può essere diverso da noi e volere cose differenti.
Cosa dire del controllo maschile?
A volte gli uomini, fratelli o compagni possono esercitare qualcosa che assomiglia ad una forma di “protezione” o presunta tale che consiste nel dirti come sia meglio vestirti, a chi rapportarti, che atteggiamento usare; possono farlo con le migliori intenzioni, per tutelarti da possibili episodi sgradevoli che potrebbero capitarti, o semplicemente può nascondersi dietro tutto questo una forma di loro insicurezza. Insicurezza che potrebbe sfociare in gelosia, senso di possesso (sei una cosa mia, se mi ami devi fare quello che io ti dico). Facciamo molta attenzione che il senso di controllo maschile non sfoci in un abuso, nel caso dobbiamo rivolgerci ai servizi o ad un professionista.
Cosa fare se ci viene fatto notare di essere controllanti o sentiamo di subire una forma di controllo?
Accettare che siamo umani ed è consentito sbagliare; accettare che possano esistere situazioni che non piacciano, persone che ci deludano. Esprimere alla persona che percepiamo come controllante le nostre sensazioni.
A causa della nostra educazione, probabilmente siamo cresciuti con l’abitudine a vincere, a meritare il bene degli altri con i nostri comportamenti esemplari.
In realtà non siamo le nostre sconfitte, restiamo amabili anche se non piaciamo a tutti, siamo belle persone anche se commettiamo sbagli.
Dovremmo entrare nell’ordine di idee di non essere onnipotenti, il mondo andrà avanti anche senza il nostro controllo, le cose possono essere fatte anche in una modalità differente dalla nostra, e non per questo saranno fatte malamente.
Cosa cambierà nella nostra vita rallentando il controllo?
Riusciremo finalmente a rilassarci, cosa che di solito fatichiamo a fare, percepiremo meno tensioni dentro di noi e nelle nostre relazioni, riusciremo ad attraversare le situazioni anche meno piacevoli, con la sensazione di leggerezza che ci trasmette il “lasciar andare”.
Quando serve l’aiuto di un professionista?
Tutte le volte che a causa dei nostri atteggiamenti manipolatori le relazioni con gli altri diventano problematiche.
Qualora il controllo della realtà che ci circonda diventa invalidante nella nostra vita, tramutandosi anche in pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi, di cui diventiamo consapevoli o che ci vengono fatti notare dagli altri.
Per compulsioni intendiamo quei comportamenti volontari che non riusciamo a fermare (lavarci le mani in continuazione, pulire, riordinare) e che permettono di stare meglio per arginare le ossessioni che sono invece immagini o pensieri che inquinano la nostra vita (es. i germi, oggetti e situazioni che portano sfortuna, contaminazioni). In questi casi può essere necessario il ricorso ad una terapia farmacologica.
Hai avuto a che fare con persone controllanti o a volte ti sei accorto di esserlo tu stesso?
Scrivi la tua esperienza nei commenti e se vuoi venire a trovarmi contattami.
Grazie e ciao.
Cristina
Immagine dell’articolo di Sabrina Bonetta: “Schema”, 2018, olio su tela 90×70.